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Full text of "Il viaggio di Bellini : melo-dramma in due atti da rappresentarsi nel Teatro Valle degl'illmi signori Capranica nel carnevale dell'anno 1838"

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Digitized  by  thè  Internet  Archive 
in  2019  with  funding  from 
University  of  North  Carolina  at  Chapel  Hill 


https://archive.org/details/ilviaggiodibelliOOunse 


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IN BUE  ATTI 

DA  RAPPRESENTARSI 


NEL  TEATRO  VALLE 

Degl ’  Itimi  Signori  Capranica 
Nel  Carnevale  dell’Anno  1 838 . 


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MUSiC  LIBRARY 
UNC-CHAPEL  HILL 


ARGOMENTO. 


3 


Nel  viaggio  che  fece  il  celebre 
Bellini  da  Milano  in  Napoli  nel 
1832  si  finge  V  azione  del  presente 
Melo-Dramma  di'  e  tratto  in  gran 
parte  da  una  fortunatissima  Com¬ 
media  del  Signor  Zaccagnini  stam¬ 
pata  col  permesso  di  Bellini  me¬ 
desimo • 


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# 


PERSONAGGI 


5 


D.  GERONIMO  Sindaco  di  Ponte  Mag¬ 
giore  , 

Signor  Ferdinando  Lauretti. 

TERESA  sua  figlia , 

Signora  Costanza  Viale . 

Il  MAESTRO  BELLINI , 

Signor  Luigi  Funai  dini» 

ERNESTO  VENTURI  amante  di  Teresa, 
Signor  Pietro  Rossi . 

EUGENIA  moglie  di  Geronimo, 

Signora  Vincenza  Marchesi . 

ÀSCANIO  Maestro  di  musica , 

Signor  Annibale  Statuti . 

Frontino  servo  , 


Coro  di  Villici  di  Ponte  Maggiore. 


La  Scena  è  in  casa  di  D .  Geronimo 

nel  i832. 


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SCENA  PRIMA. 

Sala  in  casa  di  D.  Geronimo  con  cemba¬ 
lo  ,  e  carte  di  musica.  Ascanio  siede  al 
cembalo  dando  lezione  a  D.  Geronimo; 
Eugenia  dall’altro  lato  seduta  lavorando. 
D.  Geronimo  solfeggia» 

Asc .  A 

rispettate  sospendete 
Qui  v’  è  il  punto  coronata 
D.Ger .  Ho  capito 

(  con  dispetto  al  marito  )  spregili  il 
Tu  silenzio  ,  o  via  di  qua  (  fiato 
Che  silenzio  se  la  rabbia 
Fai  venire  in  chi  t’  ascolta  ! 
Replichiamo 

Un  altra  volta 

Peggio  assai  di  prima  andrà. 
D.Ger .  Non  badate  caro  Ascanio 
Disarmonica  è  mia  moglie  , 

Sempre  avversa  alle  mie  voglie 
Fu  per  mia  fatalità. 

Vecchio  pazzo  studiar  musica 
All’  età  di  sessant’  anni  1 
Getti  spesa  tempo  affanni 
Colla  tua  caparbietà. 

D.Ger .  Voi  signora  Dottoressa 
V’  ingannate  senza  fine 

a  6 


E ug , 
Ger. 
Eug, 


Asc . 
Eug, 


Eug 


8 


Per  F  armoniclie  dottrine 
Si  vuol  senno  ,  e  qualche  età. 
Asc .  D.  Geronimo  cessate 

Colla"  solita  cansone 
Altrimenti  la  lezione 
Di  profitto  non  sarà. 

Piiprencliamo  via  da  capo 

(  ritornano  a  solfeggiare .  ) 
Questa  nota  piu  tenuta 
Eug .  Sulle  spalle  la  battuta 
D.Gei\  Taci  taci  per  pietà.  ' 

(  alzandosi  alterato .  ) 
Eug .  (  alzandosi  rabbiosa .  ) 

Nò  nò  tacer  non  voglio 
Nò  nò  tacer  non  cleggio 
Da  male  sempre  in  peggio 
Le  cose  veggo  andar. 

Dei  creditori  il  turbine 
Già  il  capo  tuo  percuote 
Ne  valgono  le  note 
Quel  nembo  a  dissipar. 

D.Ger.  Foriera  sempre  infausta 
Tu  sei  di  mie  sciagure 
Cornacchia  che  sventure 
Mi  viene  ad  augurar. 

Se  tu  non  lasci  o  vipera 
Codesta  ostinazione 
Ti  faccio  col  bastone 
In  senno  ritornar. 

Asc .  La  coniugai  concordia 
La  civiltà  ...  V  amore 
Ritorni  il  buon  umore 
Yostr’  alme  ad  allegrar. 

Le  doppie  i  pranzi  togliermi 
Vorrebbe  la  Signora 


9 


Ma  il  merlo  è  mio  per  ora 
Nè  lo  farò  scappar. 

SCENA  II. 

'  (  .  .  '  •  v  . 

Un  servo  reca  una  lettera  a  D.  Geronimo  ; 
ed  un  altra  ad  Eugenia. 

D.Ger .  (leggendo  con  trasporto  di  gioja 
crescente  e  baciando  la  lettera.  ) 
Oli  qual  nuova  ,  oh  me  felice 

Eug.  Qualche  solita  pazzia. 

D .  Ger.  (  sempre  osservando  la  lettera.  ) 
Yien  Bellini  in  casa  mia.  !!! 

(  dando  la  lettera  ad  /. iscanio  ,  e  cor¬ 
rendo  alla  finestra .  ) 

Leggi  Ascanio  leggi  qua. 

(  gridando  sulla  finestra .  ) 
O  voi  tutti  del  villa^io 

n  O 

Ascoltate  il  grand’  evento 
Vien  Bellini  •  ...  il  gran  portento 
Musical  di  nostra  età. 

(  ritornando  presso  Ascanio  ,  e  ripren¬ 
dendo  la  lettera  tornandola  a  ba¬ 
ciare .  ) 

D.  Ascanio  oh  Giel  Eugenia 
Dal  piacere  io  sono  oppresso 
Sento  il  core  a  tanto  eccesso 
Ch  e  resistere  non  sa. 

Eug .  (  da  se  )  Fido  Ernesto  di  mia  figlia 
Yien  la  maiio  a  dimandare 

Asc.  (  da  se)  Qui  Bellini  1  in  questo  affare 
Qualche  imbroglio  vi  sarà. 


SCENA  III. 

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Coro  di  abitanti  di  Ponte  Maggiore* 

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Coro  D.  Geronimo  al  cenno  che  desti 

Veniam  pronti  ,  qual  grata  novella? 
D.Ger.  Oggi  il  grande,  l’Italica  stella 
Oggi  il  sommo  Bellini  verrà. 

Coro  Lieto  annunzio  ,  ma  come ,  ma 

(  d’  onde  ? 

D.Ger.  Vien  da  Roma  già  mosse  il  cam- 

(  mino 

Eeco  il  foglio  (  mostrando  la  let- 
(  ter  a  )  è  già  presso  e  vicino 
A  momenti  in  mia  casa  saia. 

Coro  Festeggiato  da  quanti  noi  siamo 
Ei  verrà  tu  le  cose  disponi 
Pensa  imagina  ,  ordina  imponi 
Ogni  cenno  a  noi  legge  sarà, 
D.Ger .  Deputati  alla  porta  Romana 

Lo  speziale  ,  e  il  chirurgo  anderanno 
Tutti  gii  altri  con  me  resteranno 
Un  gran  Coro  cantarsi  dovrà. 
Vender  subito  quest’  orologio 

(  al  servo  a  parte.  ) 
Voi  dovete  o  Frontino  in  secreto 
In  compenso  un  regalo  discreto 

(  agli  altri .  ) 

Oggi  stesso  a  ciascuno  farò. 

Eug.  Scioperato  tua  fortuna 
Così  sperdi. 

D.Ger.  A  tuo  dispetto 

Un  magnifico  banchetto 
Oggi  a  tutti  appresterò. 


Sorga  un  Irono  un  padiglione 
.Nella  sala  del  convito 
Ed  in  marmo  sia  scolpito 
Qui  Bellini  un  di  mangiò  , 

Le  ragazze  del  villaggio 

Danseranno  al  suo  cospetto 
Con  buon  vino  ad  esse  in  petto 
Gioia,  e  amore  ecciterò. 

Oh  che  testa  che  progetto 
Che  felice  espirazione 
Che  bellissima  invenzione 
Il  mio  genio  imaginò. 

Eug,  I  deliri  le  pazzie 

Crescon  sempre  in  quel  cervello 
La  sua  testa  è  un  mongibello 
Più  soffrirlo  ormai  non  so. 

Coro  Sara  grata  a  quell’  Eroe 
L’  onorevole  sorpresa 
Alta  lode  a  te  sia  resa 
Certo  un  genio  t’  ispirò. 

(  D*  Geronimo  parte  esultan¬ 
do  col  Coro .  ) 

SCENA  IV. 

Eugenia  ,  indi  Teresa . 

Eug .  (  chiamando .  ) 

Vieni  Teresa  ,  amata  figlia 

Ter*  Madre 

Mia  cara  Madre 

Eug .  Del  tuo  Ernesto  un  foglio 

Ebbe  poc’  anzi ,  ei  viene  a  dimandarti 
Al  Padre  (  dandole  il  foglio  ) 


12 

Ter. 


(  Oh  gioia  !  ) 

Insieme  al  gran  Bellini 
Saranno  qui  fra  pochi  istanti. 

Ter .  O  Madre 

Voi  di  piegare  il  Genitore  tentate 
A  favore  di  Ernesto,  odioso  al  sommo 
Ascanio  e  a  me  ,  ne  all’  abbonite  nozze 
Io  mai  potrò  ... 

Eug.  Tuo  Padre  or  più  non  pensa 

Alle  nozze  :  1’  arrivo  di  Bellini 
L’  ha  posto  in  frenesia 

Ter .  Dunque  sperare 

Ancora  può  questo  mio  cor,  e  amare. 

Sol  per  Ernesto  io  sento 
Quell’  innocente  affetto 
Che  primo  nacque  in  petto 
Che  eterno  vi  stara. 

Se  debbo  ,  o  Madre  perdere 
Un  amator  sì  caro 
Fonte  di  pianto  amaro 
La  vita  a  me  sarà. 

Eug.  Spera  mia  figlia  ,  in  giubilo 
Si  cangeran  tue  pene 
Forse  V  amato  bene 
Tuo  sposo  diverrà. 

Ter .  La  tua  voce  al  cor  mi  scende 
Come  raggio  animatore 
La  speranza  in  esso  accende 
Della  mia  felicita. 

Dell’  oggetto  desiato 
Già  1’  imagine  mi  bea 
E  dai  giubilo  inebriato 
Già  balzando  il  cor  mi  va. 


i3 

SCENA  V. 

Giardino  in  gasa  di  D.  Geronimo. 

Bellini  solo . 

Bel.  Del  Lei  seLeto  le  incantate  spondei 
Sqn  presso  ornii  :  ricalcherò  quel  suolo 
Che  de  sudori  miei  primo  Lagnai  : 

Te  poi  sospiro  ognora 
Anelo  riveder  Catania  mia. 

Trilustre  appena  io  ti  lanciai  me  sempre 
Scolpita  in  sen  l’ immagin  tua  portai 
Sempre  cara  al  mio  cor  sempre  sarai. 

Chi  lontano  dal  Cielo  natio 
Trae  sua  vita  su  lidi  stranieri 
Sente  ardente  nel  core  un  desio 
Che  lo  punge  ,  e  lo  invita  al  dolor. 

Sempre  dolce  alla  mente  si  aggira 
La  memoria  degl  anni  primieri 
In  quell’aure  che  prima  si  spira 
Tutto  incanta,  e  favella  d’amor. 
Quando  sorge  l’aurora  nel  cielo 
Alla  patria  son  volti  i  pensieri 
Quando  notte  distende  il  suo  velo 
Pei  suoi  cari  sospira  ogni  cor. 

(  parte.  ) 


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i4 

SCENA  VI. 

Sala  in  casa  di  D.  Geronimo. 

Eugenia  ,  Bellini  ,  Ernesto . 

Eug.  D’ospiti  così  illustri  io  son  ben  lieta 
E  sol  mi  spiace  che  la  nostra  casa 
Ern.  È  una  reggia  per  me  ... 

Bell .  Di  pompa  vana 

Vale  assai  più  l’ ingenua  cortesia  ' 

Che  in  voi  troviamo. 

Eug .  Riposar  potranno 

In  queste  stanze  ,  ad  avvertire  io  vado 
Intanto  D. Geronimo,  e  la  figlia,  {parte) 
Ern .  La  mia  Teresa  amico  ,  in  lei  vedrai 
Beltà  celeste  ,  ingenui  modi ,  e  colti 
Bell.  Breve  fu  in  Roma  il  mio  restar,  che 

(  ardente 

Desìo  di  riveder  la  patria  e  i  miei 
M’era  nel  cor  ,  pur  di  leggiadre  donne 
D’amabili  sembianze  e  grate  forme 
Dovizia  ritrovai.  Mirabil  panni 
Che  tu  ,  Ernesto  ,  l’amore  abbi  riporto 
In  giovane  forese  ... 

Ern .  In  Roma  crebbe 

Presso  una  zia  la  mia  Teresa  ,  e  quivi 
Eterni  ci  giurammo  i  nostri  affetti  : 

Il  suo  padre  ,  amatore  alla  follìa 
Dell’arte  musical ,  fra  quanti  al  mondo 
Son  del  tuo  genio  ammiratori  il  primo 
Vuole  sposarla  ad  un  maestro  ignoto  , 
Ch’ei  or  fè  venir  da  Napoli  a  sue  spese  , 
Per  apprender  la  musica.  Tu  solo 


i5 

Puoi  renderne  felice. 

Bell.  Ed  in  qual  modo  ? 

Del  tutto  ignoti  entrambi 

Noi  siamo  a  D.  Geronimo.  Il  tuo  nome 

Può  in  esso  oprar  prodigi. 

Bell.  Ebben  ? 

Ern.  Lo  cedi 

Per  pochi  istanti  a  me. 

Bell.  Che  mai  richiedi  ! 

Ern.  Tanto  favore  a  chiedere 

Mi  spinge  immenso  affetto. 

Parli  a  te  pur  d’  un  misero 
La  mesta  voce  in  petto 
In  te  ravviso  un  Iride 
D’  ogni  mio  ben  foriera 
Deh  non  troncar  la  fervida 
Speme  che  pongo  in  te. 

Bell.  Tu  dell’  amor  nell’  estasi 
Incauto  passo  imprendi 
Ebro  d’  affetto  indomito 
Troppo  da  me  pretendi. 

Sai  che  P  inganno  e  orribile 
Sai  che  la  frode  nera 
Nò  di  mentir  non  chiedere 
Non  lo  cercar  da  me. 

Ern.  Inganno  è  questo  innocuo 
D’amor  industre  e  gioco 
Sol  bramo  il  vero  ascondere 
Al  genitor  per  poco 
Dell’  amista  pei  vincoli 
A  te  ne  fo  preghiera. 

Bell.  (  Ai  voti  suoi  resistere 

Dato  al  mio  cor  non  è.  ) 

Ern.  Pensa  che  presso  a  perdere 


i6 

Sono  la  donna  amata 
Che  solo  tu  puoi  renderla 
A  un  alma  innamorata. 

Bell .  Non  più  son  vinto  ,  allegrati 
Prendi  il  mio  nome ,  e  spera 
Mai  d’  abusarne  incauto 
Mi  dei  giurar  tua  fè. 

Erri.  (  porgendo  la  mano  a  Bellini .  ) 
Ali  tu  rendi  a  me  la  vita 
Pago  è  il  voto  di  quest’  alma 
Veggo  già  per  te  compita 
Ogni  mia  felicita. 

Se  dovessi  i  giorni  miei 
Il  mio  sangue  a  te  donare 
Lieto  io  tutto  spenderei 
Per  servire  all’  amista. 

Bell .  D’  alti  sensi  generosi 

Già  conosco  in  te  la  forza 
Qual  de  voti  desiosi 
Che  consacri  alla  beltà. 

La  fanciulla,  che  il  tuo  core 
Arder  fa  di  tanta  face 
Invidiata  nel  suo  amore 
Da  ogni  bella  si  vedrà. 

(  Bellini  parte .  ) 

SCENA  VII. 

Ernesto  ,  indi  Teresa . 

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Erri .  Veder  vorrei  Teresa,  e  prevenirla 
Del  mio  cangiato  nome  ... 

Ter,  (  con  trasporto .  )  Ernesto  mio  ! 

Ei  11.  Adorata  Teresa  I 


17 

Son  poche  ore 

Ch’ebbe  mia  madre  il  foglio  tuo  :  ansiosa 
Oli  come  io  t’attendeva. 

Erti .  Ed  io  volando 

Faceva  il  mio  viaggio  ;  assai  penai 
Lungi  da  te. 

Ter .  Di  lacrime  nascoste 

Io  mi  pascea  finor  ;  or  tutto  è  gioia 
Tu  sei  meco 

Eni.  E  per  sempre 

Oh  !  qual  contento  ! 

Ma  il  padre  ... 

Ern.  Tutto  seppi  ,  il  mio  rivale 

Schernito  resterà  ,  vengo  a  salvarti 
Ad  ottener  tua  man  ... 

Ter .  Ma  come 

Ern .  Ascolta 

Oggi  Bellini  da  tuo  padre  è  atteso 
Ter.  Sì  con  sommo  trasporto 
Ern.  Ei  giunse  meco 

E  per  giovare  al  nostro  amar  permette 
Ch’io  prenda  il  nome  suo  ,  tu  mi  seconda 
Oggi  Bellini  io  son  ;  cangiato  il  padre 
In  un  punto  vedrai ,  il  nostro  Imene 
Voler  ei  stesso  ,  non  temer  mio  bene. 
Ter.  Che  mai  dici?  in  rio  cimento 
Tu  vuoi  porre  il  nostro  amore 
Ingannato  il  genitore 
Implacabile  sarà. 

Io  già  temo  già  pavento 

Del  suo  sdegno  il  tristo  effetto 
Infelice  il  nostro  affetto 
Forse  più  si  renderà. 

Ern.  Non  temer  già  ben  pensato 


Dello  scherzo  è  tutto  il  piano 
E’  potente  il  talismano 
E  fallire  non  potrà. 

Alle  pene  del  passato 

Porrà  un  termine  1’  amore 
Spera  o  cara  ,  il  nostro  core 
Consolato  resterà. 

Ter .  Ingannare  il  padre  io  stessa  ! 

Ah  no  Ernesto  ,  ah  noi  poss’  io 

Ern.  Quest’  inganno  e  tutto  mio 
li  tuo  labbro  tacerà. 

Ter.  Un  giorno  sereno 

Vorrebbe  sperare 
Fra  tanto  penare 
Il  misero  cor 
Ma  nube  funesta 
Con  torbido  velo 
Ricopre  del  cielo 
Il  vago  splendor. 

Ern .  Un  giorno  sereno 

Vedremo  spuntare 
Cessò  di  penare 
Il  misero  cor. 

Di  nube  funesta 
Si  dissipa  il  velo 
Già  brilla  del  Cielo 
Il  vago  splendor. 

Teresa  ,  ed  Ernesto. 

A  2.  Quella  face  che  mi  accende 
Niuno  spegnere  potria 
La  mia  vita  ornai  dipende 
Dall’  amor  che  pose  in  te. 

Se  dovessi  anche  la  morte 
Disfidar  tra  mille  pene 


*9 


Serberei  costante  e  forte 

5aia  a  te  la  data  fè. 

Laro 

SCENA  Vili. 

D.  Geronimo  ,  con  Coro  di  Villici  fa 
col  Coro  un  giro  attorno  alla  scena 
facendo  inchini  ad  Ernesto . 

A  scardo  ,  ed  Eugenia . 

D.Ger .  Armonica  Fenice  ,  gran  Protolipo 
Dei  musici  presenti  ed  avvenire 
Noi  ci  prostriamo  innanzi  a  te,  abbagliati 
Dallo  splendor  che  ti  sfavilla  in  fronte 
Ed  ardiremo  benché  in  rozzi  modi 
Cantare  le  tue  glorie ,  e  le  tue  lodi. 

(  dispone  il  Coro  ,  e  incomincia 
con  esso  a  cantare .  ) 

Si  parleranno  i  posteri 
Delle  tue  glorie  antiche 
Invidieran  l’ italia 
Le  genti  a  noi  nemiche. 

Che  di  tua  fama  il  suono 
Pari  al  fragor  dei  tuono 
■Ai;.:  Ne  più  remoti  secoli 

Glorioso  ccheggera. 

(  sconcerto  generale .  ) 
Bell .  (  sdegnatissimo .  ) 

Cessi  F  insano  strepito 
Fino  alle  strida  orrende 
Chi  sconcertar  pretende 
Le  melodie  cosi  ? 

a  6 


20 


Teresa  ed  Ernesto . 

A  2  A  quegli  accenti  pavido 

In  sen  mi  trema  il  core 
Potrebbe  il  suo  furore 
Tutto  scoprire  or  qui. 

(  D*  Geronimo  rimane  attonito  *  Erne¬ 
sto  sconcertato  gli  altri  stupiti  ,  Te- 
resa  si  avvicina  a  Bellini  e  con  dol¬ 
cezza  gli  dice  a  parte*  ) 

Ter .  Da  voi  Signore  or  pendono 

D’  Ernesto  ,  e  i  miei  destini 
Non  voglia  il  gran  Bellini 
Rapirmi  il  mio  tesor. 

Nessun  d’  amore  i  gemiti  * 

Meglio  di  voi  comprese 
Se  l’ ira  in  voi  s’  accese 
Venga  a  placarla  amor. 

Bel .  Scendon  leggiadra  giovane 
Al  cor  le  tue  parole 
Quale  sui  nembi  il  sole 
Fulgido  animator. 

L’  amor  che  tanto  infiammati 

10  secondar  prometto 
Saprò  serrare  in  petto 

11  giusto  mio  furor. 

E  ni.  (  da  se  )  Non  può  quell’alma  nobile 
Lo  sdegno  suo  frenare 
Ah  !  troppo  io  volli  osare 
Troppo  nel  suo  favor. 

Forza  a  amore  spinsemi 
Al  periglioso  inganno 
Non  misurava  il  danno 
L’  alma  inebriata  allor. 

D.  Ger .  (  si  scuote  da  suo  stupore  e  si 


21 

prostra  ad  Ernesto  che  non  lo 
ascolta .  ) 

Al  vostro  sdegno  armonico 

O 

Alta  cagione  io  porsi 
Ma  sento  di  rimorsi 
Amara  pena  in  cor. 

Perdono  Eroe  magnanimo 
Orfeo  novello  Amfione 
Di  così  infausta  azione 
Eterno  avrò  dolor. 

Asc*  Nel  petto  mio  si  destano 
Nuovi  sospetti  ognora 
Forse  Teresa  adora 
Forse  piagato  ha  il  cor. 

Eug.  L’  oprar  di  quel  fanatico 
Sempre  tal  fine  ottiene 
Sempre  di  queste  scene 
Mi  copre  il  disonor. 

Coro  Da  quest’  imbroglio  nascere 
Deve  un  cattivo  effetto 
Discostasi  il  banchetto 
Forse  sparisce  ancor. 

Ter .  Generoso  è  Bellini  sorgete 
Padre  mio  ... 

Erri.  Si  tutto  perdono 

Quest’  amplesso  che  lieto  vi  dono 
Vi  sia  pegno  di  vera  amista. 

D.Ger.  Troppo  onore  ;  io  non  merito  af- 

(  fatto 

Un  si  alto  distinto  favore. 

Ern.  A  Teresa  chi  fu  genitore 

E  persona  che  pari  non  ha. 

D .  Ger.  Ciel  che  sento  !  egli  forse  !  ...  Te- 

(  resa 


•  •• 


22 


Fia  possibile  !  ...  Figlia  badate 
Se  un  minuto  il  suo  fianco  lasciate 
Il  mio  sdegno  su  voi  piomberà. 

( prende  Teresa  per  mano  ,  e  la  pone 
al  fianco  di  Ernesto .  ) 

Teresa  ed  Ernesto. 

A  2  Fiera  nube  fremeva  d’intorno 
Ma  già  l’aura  tornata  è  serena 
Il  suo  sdegno  Bellini  già  frena 
Non  lontano  il  gioire  sarà. 

Se  tu  m’ami  ogni  pena  passata 
Ogni  smania  condanno  all’oblìo 
Del  tuo  cor  se  il  possesso  è  già  mio 
Ncmmen  morte  più  tema  mi  da. 

D.Ger.  Ah  la  gioia  soffoca  la  voce 

Un  Bellini  accordarmi  un  amplesso 
Ali  son  cieco,  son  fuor  di  me  stesso 
Il  mio  core  più  lena  non  ha. 

Che  diranno  i  stranieri  e  lontani 
Che  diranno  i  futuri  nepoti  ! 

Fino  ai  tempi  più  tardi  e  remoti 
Glorioso  il  mio  nome  sarà. 

Bell .  Far  mio  nome  strumento  d’ inganni 
E’  rimorso  d’immenso  doloro 
Il  tradir  l’ospitai  mio  Signore 
Egli  è  un  peso  che  in  core  mi  stà. 

Eugenia  ,  Ascanio  ,  e  Coro . 

D.  Geronimo  perder  la  testa 

Noi  vedremo  bel  bello  in  tal  giorno  , 
Grida  ,  e  piange  ,  tripudia  ,  e  d’ in- 

(  torno 

Come  un  pazzo  aggirando  si  và. 

Fine  delT Atto  Primo . 


SCENA  PRIMA 


Sala  come  nella  scena  prima. 

D.  Geronimo  tenendo  in  mano  una  tazza 
da  caffè  ,  e  Bellini . 

D.Ger.  (Questa  è  la  tazza  ch’ebbe  la  for- 

(  tuna 

Di  toccare  le  labbra  di  Bellini 
Io  la  conserverò  chiusa  in  un  urna 
Qual  monumento  celebre  ,  e  prezioso 
(  cava  una  carta  di  musica  ,  ed  in¬ 
volta  la  tazza .  ) 

Bell .  Ma  questa  parrai  una  sciocchezza 
D.Ger.  Come  ? 

Bell.  Bellini  è  uomo  come  gli  altri 
D.  Ger.  Zitto 

Mi  fate  orrore  ...  l’ignoranza  vostra 
Io  compatisco  ,  si  conosce  ,  bene 
Che  non  gustate  musica,  e  stuonato 
L’  orecchio  avete. 

Bell.  Voi  scherzate 

D.Ger.  Io  parlo 

Assai  sul  serio  ,  e  ben  mi  meraviglio 
Che  un  servo  di  Bellini 
Bell.  Io  servo  ?  ... 

O.  Ger.  Certo. 


24 

Io  subito  conobbi ,  che  suo  amico 
Esser  non  potevate  ;  anzi  pregarvi 
Debbo  d’  un  gran  favore  :  i  servi  miei 
Non  sono  avvezzi  ai  pranzi  d’etichetta 
Ma  voi  che  siete  nel  servizio  esperto 
E  delle  gran  Citta  gli  usi  sapete 
Oggi  servirmi  a  tavola  dovete 
Bell .  Io  non  son  quello  che  pensate 
D.Ger.  Invano 

Voi  fingete  con  me  ,  ben  compensate 
L’opre  vostre  saran. 

Bell .  ( alterato .  )  Voi  v’ingannate 
D.Ger .  ( piano  alV  orecchio.  ) 

Io  conosco  al  vostro  aspetto 
Che  voi  siete  un  subalterno 
Cameriere  ossia  valletto 
E’  impossibil  di  sbagliar. 

Bell.  (  con  disinvoltura.  ) 

Questa  volta  il  vostro  ingegno 
Cadde  io  credo  in  grave  errore 
Non  ha  colto  ben  nel  segno 
Vi  ha  portato  a  trasognar. 

D.Ger *  Alla  cera  io  ben  ravviso 
Sul  momento  ogni  persona 
Ed  il  vostro  appunto  e  un  viso 
Molto  basso  ,  assai  volgar. 

Bell.  Di  Bellini  io  sono  amico 
D.Ger.  Nò  voi  siete  il  cameriere 
Bell,  (risentito.)  V’ingannate  assai  vi  dico 
D.  Ger.  Io  non  posso  mai  sbagliar. 

Bell.  Io  son  ... 

D.Ger.  Zitto  preparati 

Già  vi  sono  per  compenso 
Due  bellissimi  ducati. 


Bell.  (  Che  mai  debbo  sopportar  !  ) 

D.Ger.  Non  risponde  ?  che  vuol  dire  ? 
Vi  conosco  ,  una  canaglia 
Sono  i  servi 

Bell .  (  sdegnatissimo.  )  Quale  ardire  ? 
Quale  dritto  d’  insultar  ? 

D.Ger.  Non  si  scaldi  signorino 
Il  regalo  accresceremo. 

r> 

Bell.  Rispettatemi 

M’  inchino 

■ 

Vostra  altezza  ad  ossequiar 
Si  finisca  uri  tanto  errore 

( per  andare .  ) 

D.Ger.  (  ritenendolo.  ) 

Ma  venite  ve  ne  prego 
Fate  a  me  questo  favore 
Non  mi  fate  disperar. 

Bell .  Siete  un  sommo  impertinente 

D.Ger.  Chi  ? 

Bell.  Voi  : 

D.Ger.  Quando  ? 

Bell.  Adesso  ,  e  sempre 

D.Ger.  Servo  audace  ed  insolente 
Ti  farò  ben  io  tremar. 

Bell.  In  qual  fatale  imbroglio 

L’amico  mio  mi  ha  spinto 
Da  sdegno  ornai  son  vinto 
M’  opprime  il  mio  rossor. 

Pur  di  tacermi  è  duopo 
Sacra  amistade  il  volle 
Soffrir  dovrò  quel  folle 
Por  freno  al  mio  furor. 

D.Ger.  Io  sono  in  casa  mia 
Suddito  mio  qui  stai 


r 


Credo  obbedir  dovrai 
Per  forza  o  per  amor* 

Se  in  ricusar  persisti 
Senz’  altri  complimenti 
Potrò  dalle  mie  genti 
Farti  scacciare  ancor. 

Bell.  (  ridendo .  ) 

Scena  cosi  ridicola 
Ancor  non  vidi  mai 
D.Ger .  Se  tu  non  servi  a  tavola 
Ti  caccio 

Bell.  Ah  !  noi  farai 

D.Ger •  Ho  a  miei  comandi  i  Villici 
Un  sol  mio  cenno  basta 
E  sono  ostinatissimo. 

Bell.  Nessuno  lo  contrasta 
D.Ger.  Orsù  dilemma  facile 
A  sciogliere  ti  do 
Servire  o  partire  subito 
Risolvi  * 

Bell.  Partirò 

D.Ger.  Ma-  i  due  ducati  stolido 
Li  perderai  ? 

Bell.  Nò  nò 

Se  ben  vi  rifletto 
Ei  parla  in  tal  guisa 
'  Che  invece  di  rabbia 
r?  Mi  muove  le  risa 

Partito  migliore 
Fia  quel  di  tacere 
Sfuggirlo  vedere 
La  fin  qual  sarà. 

Massaie  il  dispetto 
Ei  parla  in  tal  guisa 


D .  Ger. 


27 


Clie  muove  la  rabbia 
La  stizza  decisa 
Partito  migliore 
Fia  quel  del  bastone 
Cosi  quel  buffone 
A  senno  farà. 

(  Bellini  parte .  ) 

SCENA  IL 

D .  Geronimo  ,  indi  Ernesto. 

D.Ger.  Vedrem  se  D. Geronimo  in  sua  casa 
Sa  farsi  rispettar  da  un  servitore  ; 

Se  non  fosse  il  riguardo  che  si  deve 
Al  padrone  si  grande  ,  col  bastone 
Provare  gli  farei  lo  sdegno  mio. 

Ern .  D.  Geronimo  a  voi  mi  guida  amore 
D.Ger.  (  confuso.  )  Amore  a  me  ?  ... 

Si  della  vostra  figlia 
Le  grazie  mi  colpir,  provato  ho  in  core 
Incanto  inusitato  a  lei  d’  appresso. 

(  D.  Geronimo  è  preso  da  moti  con¬ 
vulsi  di  piacere.  ) 

Quando  a  voi  piaccia  ,  la  sua  man  vi 

(chieggo 

In  sacro  nodo  ,  ed  oggi  stesso  sposa 
Mia  la  farò  ...  non  rispondete  ? 

D.  Ger.  Oh  cielo  ! 

Sì ,  sì,  già  e  vostra  tutta  ...  io  sono  op- 

(  presso 

Non  reggo  di  piacere  a  tanto  eccesso. 

D .  Geronimo  resta  immobile .  ) 
Ern .  All' incanto  di  quel  volto 


28 


Restò  presa  1’  alma  mia 
L’  amo  ,  e  morte  sol  potria 
Tanto  amore  cancellar. 

Uno  sguardo  di  quegli  occhi 
Di  quel  labbro  un  solo  accento 
In  un  mare  di  contento 
Il  mio  core  fa  balzar. 

D.Ger .  Ab  cessate  ...  io  più  non  reg...go... 
Già  mi  man...ca  la  pa...ro...la 
Ed  il  fiato  nella  go...la 
Sofia. ..cato  e  dal  pia...cer. 

Ern.  S’  afiìctti  l’ istante 
Dall’  alma  sperato 
Il  nodo  bramato 
Intrecci  1’  amore 
D’  un  giorno  sì  bello 
La  gioia  già  sento 
Or  più  non  pavento 
Degli  astri  il  rigor. 

SCENA  III. 

D*  Geronimo  ,  indi  Teresa. 

D.Ger.  (  chiamando .  ) 

Teresa  vieni  ...  qui  ...  Teresa 
Ter.  Padre 

D.Ger.  {Preparati  a  gran  cose,  il  mio  ta- 

(  lento 

Il  musical  mio  genio  a  tutti  noto 
Qualche  gran  cosa  partorir  dovca  ... 

Tu  figlia  la  più  lieta  la  più  grande 
Donna  d’  Europa  diverrai  tra  poco 
Il  nome  tuo  nei  pubblici  giornali  ... 


Ter.  Spiegatevi 

D.Ger .  Di  sempre  verdi  allori 

Cinta  la  fronte  ,  la  tua  fama  ,  e  mia 

Ter .  Ma  cos’  è 

D.Ger .  La  tua  gloria  i  tuoi  destini 

Sposa  sarai 
Ter.  Di  chi  ? 

D.Ger.  Del  gran  Bellini  !  .... 

Ter.  Qual  mai  lusinga?  e  lo  credete?  ah 

(  troppo 

L’ amor  di  padre  traveder  vi  fece 
Ei  che  tante  sprezzò  vaghe  donzelle 
S’abbassarebbe  a  me  !  noi  credo 

D.Ger.  Oh  stelle! 

Ne  avresti  dubbio  ancor  ?  ei  mi  svelava 
Poc’anzi  qui  la  fiamma  sua  ,  tua  mano 
Lieto  richiese  a  me  ...  Sposi  vi  voglio 
Fra  pochi  istanti,  e  contrastar  non  soglio. 

Ter.  D  isubbidirti  o  padre 

Non  so  ,  ne  il  seppi  mai 
Ma  pensa  a  quel  che  fai 
Forse  un  inganno  è  qui. 

Del  Catanese  i  tratti 

Forse  a  te  finse  un  altro 
Amante  ardito  ,  e  scaltro 
Il  nome  suo  menti. 

D.Gee.  Non  far  con  tante  repliche 
La  mia  pazienza  scema 
Se  ancor  t’  ostini  trema 
Trema  del  mio  furor. 

Egli  e  Bellini  il  giuro 

Non  può  mentir  1*  aspetto 
Delitto  e  il  tuo  sospetto 
Ogni  tuo  dubbio  error. 


3o 

Ter.  Sotto  altro  nome 

D.Ger .  Taci 

Io  ne  rispondo  è  desso 
Porta  sul  volto  espresso 
D’  Apollo  il  grati  favor. 

Ter .  (  da  se.  )  Egli  lo  vuole  ,  oppormi 
Di  più  non  voglio  ornai 
Ho  combattuto  assai 
Contro  il  desìo  del  cor. 

D.Ger .  Negli  occhi  suoi  si  leggono 
Chiarissime  le  crome 
Si  sento n  le  biscrome 
Quando  favella  ancor. 

In  questo  punto  i stesso 
Si  disporrà  la  festa 
'  All’  Imeneo  l’appresta 

A  sì  distinto  onor. 

Ter .  T’ubbidisco  son  figlia  lo  giuro 

Giuro  amarlo  d’amore  il  più  puro 
La  feli  ce,  od  avversa  mia  sorte 
Col  mio  sposo  divider  saprò. 

Fida  a  lui  sino  all’ora  di  morte 
Lieta  sempre  al  suo  fianco  vivrò. 

D.Ger.  Già  mi  pare  sederti  dappresso 
Tra  la  folla  di  nobil  consesso 
Additato  qual  rara  Fenice 
Egli  è  il  padre  che  tanto  l’amò. 
Ah  !  davvero  son  padre  felice 
Che  mia  figlia  ogni  meta  varcò. 


SCENA  IV. 


Coro  di  convitati  dentro  le  scene. 

*  •  '  '  ‘  I  *• 

Ma  D,  Geronimo 
Perchè  non  viene  ? 

Qual  nuovo  ostacolo 
Lungi  il  ritiene 
Di  turno  pascere 
Forse  ci  vuole? 

Di  noi  con  fole 
Farsi  piacer  ? 

Vogliam  festevoli 
Alzare  i  canti 
Di  scelto  nettare 
IV appi  spumanti 
Vogliam  i  brindisi 
Vogliam  scialare 
Vogliam  vuotare 
Lieti  il  bicchier. 

(  Vengono  i  convitati  cercando  D.Ge* * 
ronimo  con  Eugenia  ,  ed  Ascanio . 

SCENA  V. 

D.  Geronimo  ,  e  Teresa . 

Bravi  bravissimi 
Vengano  avanti 
E  si  preparino 
A  nuovi  canti 
Molto  a  proposito 
E  il  lor  venire 
Stiamo  ad  udire 


32 


Stiamo  a  veder. 

(  con  tuono  di  grande  importanza .) 

Sappia  Eugenia  sappia  il  mondo 
Che  mia  figlia  Musichessa 
Principessa  Baronessa 
Assai  più  diventerà. 

Tutti  Cosa  mai  ? 

D.Ger.  Persona  celebre 

Grande  pubblica  famosa 
Tutti  Ma  ... 

D.Ger .  Attenzion  ...  silenzio  ...  sposa 
Tutti  Di  chi  P 

SCENA  VI. 

Ernesto  ,  e  detti . 

i  '  »  ù  Ì  -  ìl  t 

Ern .  Mia  ...  si  mia  sarà 

D.Ger .  Si  bandiscano  a  mie  spese 
Otto  giorni  di  convito 
E  sia  pubblico  V  invito 
Sia  comune  il  tripudiar. 

Si  spediscano  messaggi 

Per  l’Europa  per  il  mondo 
D’un  evento  sì  giocondo 
La  gran  nuova  a  pubblicar. 
Eug.  Ma  pensate 
D.Ger.  Voi  tacete 

Ter .  Si  gran  pompa  ! 

D.Ger .  Non  fiatate 

Eug.  Siete  un  pazzo 
D.Ger .  Voi  stonate 

Quando  ardite  di  parlar. 

Da  sì  celebre  imeneo 


33 


Gian  portenti  nasceranno 
Belliniani  mi  verranno 
I  germogli  a  circondar. 

10  persona  Belliniana 
Belliniana  la  mia  figlia 

Ho  già  il  pianto  sulle  ciglia 
Più  non  posso  respirar. 

E  rii,  Padre  tal  giacche  posso  chiamarti 
Ansioso  impaziente  ,  è  l’amore 
La  mia  destra  alla  sna. 

(  porgendo  la  mano .  ) 

SCENA  VII. 

Bellini  ,  e  detti . 

Bell,  Mentitore 

Si  tradisce  la  fede  così 

Mi  chiedesti  ad  inganno  innocente 

11  mio  nome  ,  io  ì’  error  secondai 
Tue  promesse  serbate  non  hai 
La  menzogna  l’inganno  finì. 

Sappian  tutti,  e  tu  primo  m’ascolta 
(  prendendo  per  mano  Geronir 
mo  quasi  stupito .  ) 

Tu  ingannato  da  fervida  brama 
Egli  Ernesto  Venturi  si  chiama 
Io  Bellini 

Coro  Voi  quello  ? 

D.Ger .  Voi? 

Bell .  Sì 

D.  Gei  'onimo  resta  un  momento  im¬ 
mobile  ,  quindi  prende  la  taz¬ 
za  che  area  conseiyata  ,  e  la  spe * 
za  con  furore,  ) 


34 

D.Ger . 


Ter. 


Bell . 


Questa  è  una  cabala 
Un  tradimento 
Le  furie  assalgommi 
A  cento  a  cento 
Ernesto  perfido 
Teresa  ingrata 
Moglie  a  mio  spasimo 
Soltanto  nata 
Tutti  colpevoli 
Punir  saprò. 

Signor  scusatemi 

(  a  Bellini  ) 

Se  infinocchiato 
Da  questi  perfidi 
V’  ho  maltrattato 
Bellinianissimo 
lo  fui  finora 
Tal  giuro  d’  essere 
Adesso  ancora 

Fino  alla  morte 
Sempre  il  sarò. 

Già  presso  a  cogliere 
D’amore  il  frutto 
Di  nuove  lagrime 
Di  nuovo  lutto 
Funesta  causa 
Per  me  spuntò. 

Veder  quel  misero 
Cosi  schernito 
Vederlo  accendersi 
Perchè  tradito 
É  duol  che  V  anima 
Mi  trapassò. 


35 


Eugenia  ,  À scanio  ,  e  Coro . 

Di  D.  Geronimo 
Lo  sdegno  è  foco 
Che  presto  accendesi 
Ma  dura  poco 
Nei  suo  proposito 
Durar  non  può. 

(  partono .  ) 
SCENA  Vili. 

Bellini  ,  e  Teresa . 

Ter .  Come  calmare  il  suo  furor  ?  pavento 
L’  incontro  de  suoi  sguardi 
Ife//.  Incauto  Ernesto 

Troppo  trascorse  nell’  inganno 
Ter .  Amore 

Offuscò  sua  ragion  ;  d’  amore  i  falli 
Trovan  perdono  in  anima  cortese. 

Bell .  Egli  mancò  di  fè. 

Ter .  Dell’  amistade 

Sol  vi  parli  la  voce  in  suo  favore 
Non  può  T  ira  durar  nel  vostro  core. 

L’  alma  che  in  sen  chiudete 
Bella  dal  cielo  è  scesa 
Nel  suo  bel  foco  accesa 
Venne  quaggiù  a  brillar. 

Solo  a  pietade  è  nata 
Solo  ad  amor  s’  accende 
Se  sdegno  in  lei  s’  apprende 
È  lampo  che  spari. 

Bell .  Di  tua  beltade  al  rasoio 


36 


Cade  lo  sdegno  mio  , 

D’  Ernesto  il  fallo  oblio 
Lo  torno  ad  abbracciar! 

Del  viver  tuo  1’  aurora 
Turbare  in  non  potrei 
Paghi  veder  vorrei 
Due  cor  che  amore  uni. 

Ter*  Ah  tu  lo  puoi  del  padre 
Rendere  a  me  F  affetto 
Il  desiato  oggetto 
Allalma  mia  donar. 

Se  veggo  a  me  sorridere 
Il  giubilo  F  amore 

10  deggio  al  tuo  favore 
L’  incanto  di  tal  dì. 

Bell .  Spera  amorosa  giovane 

Bramo  il  tuo  duol  cessato 
Far  tuo  F  oggetto  amato 

11  padre  tuo  calmar. 

Se  cingere  al  tuo  crine 

D’  Imene  i  fior  poss’  io 
Sara  del  viver  mio 
Questo  il  più  fausto  dì 
Vanne  e  ti  getta  supplice 
Del  genitore  al  piè 
Avrai  me  ancora  fervido 
Intercessor  per  te. 

Ter .  Ah  !  benefico  genio  tu  sei 

Messagiero  che  il  cielo  ne  invia. 
La  tua  vita  durare  dovria 
Come  eterno  il  tuo  nome  vivrà. 
A  quel  lauro  che  il  crin  ti  circonda 
Spargerà  rose  e  mirto  F  amor 
Vi  porrà  le  viole  il  dolore 


L’innocenza  i  suoi  gigli  unirà. 

Bell*  Se  ad  un  core  che  fido  s’accende 
Del  suo  bene  è  conteso  il  possesso 
É  un  deserto  la  terra  per  esso 
Che  spargendo  di  lagrime  andrà. 

Mi  è  più  caro  del  serto  di  gloria 
Veder  pago  d’un  alma  il  desire 
D’un  amante  nel  volto  apparire 
Quella  gioia  che  colpa  non  ha. 

(  partono .  ) 

«  r  •. 

SCENA  IX. 


Coro  di  Villici . 


Prima  parte . 

Dove  andò 

Seconda  parte . 

Di  sdegno  accesso 

#  u 

Grida  e  fugge  , 

Prima  parte . 

Ma  lo  sposo  ? 
Seconda  parte . 
Avvilito  e  vergognoso 
Forse  trasse  altrove  il  pie. 

SCENA  X. 


A scanio  ,  e  detti . 

(si  affollano  tutti  intorno  ad  A  scanio ) 
Coro  Vieni  Ascanio  tu  sapere 

Puoi  l’affare  come  è  stato 
Questo  sposo  mascherato 


33 


Puoi  conoscere  chi  è. 

Asc .  É  un  antico  spasimato 

Della  nostra  signorina 
Che  facea  Tinnocentina 
E  fingeva  amore  a  me. 

Coro  Caro  Ascanio  delle  donne 
E’  variabile  il  cervello 
Ora  a  questo  ,  ed  ora  a  quello 
Dan  promesse  e  giuran  fè. 

i 

SCENA  XI. 

D.  Geronimo  furibondo  ,  Teresa  lo 
segue  piangendo  ,  ed  Eugenia. 

D.Ger .  Scusa  non  v’ è  sei  rea 
Di  colpa  consumata 
Già  la  sentenza  è  data 
Luogo  a  perdon  non  v*  è 
Eug .  Povera  figlia  a  parte 

Ella  non  fu  del  gioco 
D.Ger.  Se  tu  non  parti  il  foco 
Io  sfogherò  su  te. 

Ter .  (  in  ginocchio  ) 

La  figlia  tua  dolente 
Pietoso  o  padre  ascolta 
Che  supplice  ,  e  piangente 
Vedi  prostrata  al  piè. 

Quando  d’  amor  fui  presa 
Era  da  te  lontana 
Spegner  la  fiamma  accesa 
In  mio  poter  non  è 
D.Ger.  Se  Ascanio  non  volete 
Indocile  fraschetta 


In  un  ritiro  andrete 
Per  vostra  correzion. 

.SCENA  ULTIMA. 

Bellini ,  ed  Ei  'ne  sto* 


Bell .  Yi  prego  di  calmare 

Signore  il  vostro  sdegno 
Per  essa  ad  implorare 
Vengo  da  voi  perdon. 

D.Ger.  Bellini  è  quel  che  prega! 

Qual  degnazione  è  questa  ! 
Nulla  a  Bellini  si  nega 
Servirlo  è  mio  dover. 

(  alzando  la  figlia .  ) 
À  sua  disposizione 
Ecco  per  sempre  io  sono 
Dispotico  padrone 
Comandi  a  suo  piacer. 

Bell .  Fallì  cieco  d’  amore 

Ma  Ernesto  ha  un  alma  bella 
Pentito  del  suo  errore 
Chiede  da  voi  mercè 
D.Ger .  Abbia  mia  figlia  ,  a  patto 
Che  il  gran  Bellin  si  degni 
D’assistere  al  contratto 
E  di  pranzar  con  me. 

(  unisce  Teresa  ,  ed  Ernesto .  ) 
Via  di  rose  a  me  si  schiude 
Spuntan  giorni  di  dolcezza 
A  tal  gioia  non  avvezza 
L’alma  in  sen  mancando  va. 

Se  le  pene  che  soffersi 


Ter. 


4° 


L’ansia  il  tluol  a  me  rammento 
Mi  par  sogno  il  mio  contento 
Un  error  la  verità. 

Eni*  Via  di  rose  a  me  si  schiude 
Spuntan  giorni  di  dolcezza 
A  tal  gioia  non  avvezza 
L’alma  in  sen  mancando  va. 

Tutti  Coppia  lieta  innamorata 
Sia  felice  la  tua  sorte 
Sian  di  fiori  le  ritorte 
Che  i’amor  ti  appresterà# 


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Roma  28.  Dicembre  18^7. 


ne  permette  la  rappresentazione 

Per  ?  Emo  Vicario 
/intorno  fornai  Revisore . 


A  dì  27.  Gennaio  i828. 

ne  permette  la  rappresentazion  e  per  parte  del 
V  £cema  Deputazione  de5  pubblici  Spettacoli. 

C,  Cardali  Deputato # 


28.  Jan.  1888. 

IMPRIMATUR 

Fr*  A*  V .  Modena  Ord .  Praed .  d>\  P»  A*  Ma* 
giste r  Socius. 

Impr imatur, 

A  .  Piatti  Patr .  Antìochenus  Vicesg. 


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